Frequentò dal 1844 l'Accademia Ligustica sotto la guida di S. Varni; nel 1852, aggiudicatosi il Pensionato Durazzo, poté proseguire gli studi a Firenze. Benetti fu uno dei più prolifici autori di monumenti funebri a Staglieno. Tra gli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta la sua produzione rimase legata a schemi accademici (ne sono esempio la Tomba Costa, del 1864, e la Tomba Filippo d'Albertis, 1871), talvolta con incursioni in un marcato realismo (Tomba Pignone Avanzini, 1867; Tomba Giovanni Lorenzo Botto, 1871), su cui si venne, in seguito, progressivamente innestando anche l'attenzione alla resa dello stato psicologico ed emotivo dei personaggi raffigurati (Tomba Piaggio, 1873; Tomba Venzano, 1877; Tomba Gatti, 1875; Tomba Rossi, 1878). Sebbene la produzione di Benetti non si limiti alla scultura funeraria, è soprattutto in essa che egli seppe raggiungere i risultati più alti, costituendo in molti casi prototipi cui altri artisti si ispirarono, spesso accentuandone i caratteri più patetici