Frequentò, dal 1852, l'Accademia Ligustica e in seguito, per diversi anni, lo studio di Varni. Forse il più coerente rappresentante ligure del realismo borghese degli anni Ottanta, Lorenzo Orengo, grazie ad un linguaggio fortemente descrittivo, talvolta iperdefinitorio, ma non privo di freschezza rappresentativa, divenne lo scultore di maggiore successo presso la borghesia genovese, che trovò in lui l'artista ideale cui commissionare ritratti e monumenti funebri. Fra le opere di Staglieno ricordiamo la Tomba Campodonico (La venditrice di noccioline), 1881; la Tomba Whitehead e Bentley, 1885, 1887; il Cippo Adolfo Giordano, 1887; la Tomba Beccari, 1888; il Cippo Maine, 1892; la Tomba Pescia, 1897; la Tomba Delfino, 1906 e la Tomba Mantero (1895), dove l'angelo custode della tomba ha ormai perduto l'aspetto consolatorio per divenire una figura ambigua e misteriosa.