Questo cippo raffigura un leone che sembra affilare le sue unghie sul tronco di un albero, un pino marittimo. Alle sue spalle una figura femminile con un vestito di foggia classica sparge fiori su di una struttura, forse la tomba del marito. Sopra di essi una ghirlanda di fiori. Il leone è un modello di ambiguità. Nei Salmi, ad esempio, esso è indicato come “Demonio divoratore”. D’altro canto il leone è anche immagine di Cristo stesso: si dice che il suo alito ridia la vita ai suoi piccoli nati morti il terzo giorno, come il Padre resuscitò il figlio il terzo giorno, e che cancelli le sue impronte con la coda, come Cristo si nascose dio tra gli uomini. Il leone dorme ad occhi aperti e perciò ha funzione tutelare anche dei luoghi sacri. Divenne per i signori ed i potenti della terra immagine di forza e magnanimità e fu spesso rappresentato su insegne e stendardi nobiliari. Ma non solo è anche attributo in età antica agli eroi e in età cristiana di santi. Con il passare del tempo il leone perde i suoi significati negativi, assunti dal leopardo. Il leone è noto come re degli animali ma spesso nella cultura cristiana si spoglia di questo titolo diventando la creatura più mansueta. In questo caso particolare probabilmente il leone va letto insieme alla figura del pino. Questa composizione rappresenta lo stemma della città di Bordighera, probabile luogo d’origine del defunto.
A cura dei Volontari del Servizio Civile Nazionale 2018 – Progetto “Staglieno, Museo che racconta Genova: vita, storia, rispetto delle differenze e dei diritti”.