Quest'opera dello scultore O. Toso, che si trova nella Galleria Semicircolare, è dedicata alla figura di Emilia Jonassohn Mongiardino. Sul sarcofago, contenente lo specchio scrittorio, poggia una base su cui si trovano quattro figure strette tra loro. Al centro, seduta, troviamo una madre, vestita con un abito a tunica stretto sulla vita, in fondo al quale spunta il suo piede che lascia intravedere la calzatura. Intorno a lei i suoi tre bambini, due maschi, che sembrano quasi vestiti a festa, e una femmina, che porta solo una tunichetta. Il più grande si trova in piedi accanto alla madre e le loro teste si toccano: la madre sembra appoggiarsi al figlio, che la conforta posandole una mano sulla gamba. Lo sguardo di lei sembra perso nel vuoto. Il bambino più piccolo cerca di richiamare l'attenzione della madre sfiorandole il petto con la manina. La figlia, seduta ai piedi della figura materna, le dà le spalle. Immersa in altri pensieri, sembra quasi rivolgere lo sguardo al visitatore.
In questa tomba sono effettivamente sepolte una madre, Emilia, e sua figlia Ada Irma, morta alla tenera età di 5 anni.
Lo sfondo è composto da lastre di marmo, racchiuse entro una cornice a tutto sesto, da cui emerge un cippo timpanato a volte mezze, decorato da un grosso ramo di ulivo ed altri motivi. Il corpo liscio del cippo reca i cognomi delle famiglie ivi sepolte.
La madre
La figura della madre biologica cominciò pienamente ad affermarsi solo nell’Ottocento. In precedenza, veniva sostituita da altre figure nel ruolo di nutrice, assolto dalle balie, e in quello di educatrice, assolto dal padre, da precettori o da maestri, comunque sempre da figure maschili.
A cura dei Volontari del Servizio Civile Nazionale 2018 – Progetto “Staglieno, Museo che racconta Genova