Un busto, collocato in posizione rialzata, raffigura il defunto. Affiancano la sua alta base una possente e vigorosa figura maschile, recante una pesante mazza, allegoria del Lavoro, e un “genio” adolescente, dalle fattezze delicate, che, seduto, esamina alcuni fogli, a rappresentare lo Studio. In basso una corona e alcuni oggetti (metro, compasso e squadra), simboli allusivi alla professione svolta in vita da Carlo Celesia.
Datato 1899, il monumento è opera di uno scultore più giovane rispetto alla generazione dei protagonisti del realismo borghese; la gigantesca e muscolosa figura del lavoratore ne rivela la volontà di aggiornarsi sul linguaggio eroico di Michelangelo, il maestro del passato al quale, tra Otto e Novecento, molti scultori europei e italiani, seguendo l’esempio del grande Rodin, guardarono con particolare interesse, mossi dal desiderio di abbandonare la raffigurazione verista del quotidiano, per tornare a trattare grandi temi di significato universale.