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RIVARA

Il monumento rappresenta il defunto, disteso sopra il sarcofago, vegliato, secondo quanto riferisce un cronista dell’epoca, dal fratello, dalla cognata e dal nipote. Lo scultore volle rendere con la massima precisione i singoli dettagli dei loro abiti, curando anche la resa della qualità dei diversi tessuti:il cangiantismo della seta nella gonna della donna, la vaporosità della casacca alla marinara del ragazzino, lo spessore del soprabito su cui quest’ultimo è inginocchiato per pregare; con la stessa fedeltà al vero egli restituì fisionomie e stati d’animo. Nonostante l’adesione ai dettami del Realismo borghese, nel monumento viene meno la diffusa ambientazione del compianto tra le pareti domestiche; al centro e in alto, infatti, appare la Vergine, che, nel suo ruolo “Consolatrix Afflictorum”, si leva in piedi dal trono per benedire gli astanti, in una improbabile contaminazione tra dimensione reale e quotidiana e dimensione soprannaturale e immaginaria; elemento unificante è il linguaggio analitico e descrittivo che caratterizza anche questa parte superiore, pervasa tra l’altro da una straordinaria raffinatezza nei dettagli d’ornato dell’impaginazione architettonica, di gusto neorinascimentale, molto vicini a quelli della Basilica dell’Immacolata di Via Assarotti, importante cantiere della scultura genovese dell’Ottocento parallelo a quello di Staglieno, cui lo stesso Villa diede il suo contributo.        

Numero: 
15
Settore: 
Settore D - Porticato superiore - Pantheon
Tipo: 
grave
Data: 
1896

 

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