Percorrendo il Viale ombreggiato da filari di lecci, si vedono, suggestive nel loro isolamento, a destra del tempio, le sculture eseguite in marmo bianco da Lorenzo Orengo, che raffigurano i coniugi inglesi Benjamin Whitehead e Julia Morison Bentley. L'ingegner Whitehead è ritratto vicino a un banco da lavoro fornito di morsa, mentre sul basamento della scultura è raffigurata una macchina a vapore di sua invenzione. Portando alle estreme conseguenze il pragmatismo dell'ideologia borghese, che aveva posto il ruolo sociale e professionale ai vertici della scala di valori, nel monumento funebre dell'ingegner Whitehead, lo scultore Orengo suggerì la completa identificazione dell'uomo con il proprio lavoro. Se si pensa che, soltanto nel 1864, il Ravaschio lodava la consuetudine dei nobili e dei borghesi di fare erigere monumenti che fossero testimonianza per i posteri delle virtù da essi, praticate - alludendo a quelle morali della Prudenza, della Fede, dell'Equità, della Carità, solo per citarne alcune - emerge con evidenza come fossero cambiate, nel giro di un ventennio, le esigenze celebrative della nuova classe, diventate ormai decisamente terrene e "pagane".
Se, visto in quest'ottica, il ritratto dell'ingegnere acquisisce rilevanza storica e sociale. La scultura che ritrae la consorte rimane, dal punto di vista stilistico, uno delle più significative testimonianze del Realismo Borghese: lo scultore ricercò la massima fedeltà alla fisionomia della donna e ne descrisse minuziosamente l'abbigliamento, risolvendo con virtuosismo dettagli quali i pizzi e le trasparenze. Singolare la vicenda della collocazione del monumento: Benjamin Whitehead morì nel 1876 e venne sepolto nel Cimitero degli Inglesi, allora a San Benigno. La vedova commissionò in seguito all'Orengo il monumento funebre: le sculture che ritraggono i due coniugi in una sorta di colloquio furono sistemate nel cimitero prima della morte della donna, avvenuta, dopo oltre dieci anni, nel 1898. In quello stesso anno, per espressa volontà della signora Whitehead, le due sculture furono trasferite a Staglieno. La coppia appare come intenta in un’amabile conversazione in un atteggiamento molto britannico di reciproca affettuosa ritrosia.
A cura dei Volontari del Servizio Civile Nazionale 2018 – Progetto “Staglieno, Museo che racconta Genova”