Degrado: CORROSIONE–ALTERAZIONE CROMATICA ROSA/ARANCIO
Il monumento, dedicato a Giuseppe Paradis, di Santo Varni consiste in un basamento decorato con ornati ed iscrizioni. Ai due lati della statua si trovano i candelabri funebri e sopra il piedistallo vi è una statua seduta con le gambe raccolte a lato. Vicino ad essa è raffigurato un cane accucciato con la testa appoggiata sulle ginocchia della giovane, rappresentante la Fedeltà. Quest’opera è una riproduzione di dimensioni maggiori della statua dello stesso autore dedicata a Giuditta Disegni, conservata nel porticato a levante.
L’opera in questione presenta la parte frontale della statua esposta verso l’esterno. Se la parte retrostante è interessata da croste nere, la frontale invece, dove probabilmente la crosta nera è stata dilavata dall’azione delle precipitazioni atmosferiche, mostra, come nel caso della tomba Casella, un fenomeno di erosione, probabilmente causato sia da corrasione che da corrosione superficiale. In questo caso, tuttavia, a differenza del primo, non sono presenti iscrizioni nella parte esposta verso l’esterno, che sarebbero state, altrimenti, quasi totalmente cancellate. Soffermandoci ad osservare la parte esposta verso l’esterno del monumento, possiamo notare che l’opera è stata interessata, non solo da un fenomeno di erosione, che rende la superficie ruvida e disgregata, ma anche dal degrado, ovvero l’alterazione cromatica. L’alterazione cromatica può essere dovuta a diversi fattori. In questo caso si possono ipotizzare la presenza di ossalati di calcio oppure il deposito della sabbia del deserto del Sahara, trasportata fino a noi dagli agenti metereologici e depositatasi sulla superficie ruvida del marmo. Insieme a questa sabbia potrebbero essere presenti gli ossidi della terra proveniente dai campi, che molto spesso viene smossa e sollevata per creare nuove sepolture o esumazioni; questa allo stesso modo potrebbe essersi depositata sulla scultura per azione del vento.
A cura dei volontari del Servizio Civile, progetto “STAGLIENO, MUSEO CHE RACCONTA GENOVA: vita, storia, rispetto delle differenze e dei diritti.”