“L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.”
Primo Levi
Quest'anno la Giornata della Memoria ha un significato particolare: sono passati 80 anni dall’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, e 25 anni dall’istituzione del Giorno della Memoria con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 per “ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Per celebrare questa importante ricorrenza e ricordare ciò che è stato e non deve essere mai più, seguiamo le tracce della presenza ebraica nel Cimitero Monumentale di Staglieno.
A Staglieno esistono due zone di sepoltura per la comunità ebraica.
La prima, la più antica, si trova poco dopo l’ingresso del cimitero, subito dietro il Tempio Laico.
La monumentale porta di accesso reca i nomi degli ebrei genovesi che non hanno mai fatto ritorno dai campi di sterminio nazisti.
Lì di fianco cresce un piccolo ulivo piantato nel 2018 e dedicato ad Anna Frank.
Superato l’atrio, da cui si accede anche alla Sala di Preghiera, luogo di celebrazione dei riti funebri, si entra in un campo frondoso e lussureggiante, quasi un giardino incolto, circondato da mura e sormontato dal ponte dell’Acquedotto storico, “in cui le tombe sono immerse nella vegetazione e le più antiche convivono con quelle più recenti, con semplici cippi in pietra, con piccoli ed eleganti tempietti” (Paola Redemagni, Storie di cimiteri).
Le tombe del cimitero, “Bet Hachaim” (Casa della vita), sono adornate con i simboli della tradizione ebraica e sono eterne: non vi si dedica particolare cura e non è prevista l’esumazione, secondo l’antica credenza che chi è tornato a essere terra non debba essere disturbato.
I visitatori lasciano sui sepolcri non fiori, ma piccoli sassi per ricordare le sepolture dei patriarchi nel deserto.
Questo non è il primo cimitero ebraico di Genova, che ha ospitato una prima ondata di sefarditi al tempo della cacciata dalla Spagna nel 1492. Da allora, con alterne vicende, la comunità ebraica è stata sempre presente in città e il cimitero giudaico, collocato in un primo tempo nella zona di Castelletto, è stato trasferito nel 1707 nella zona della Cava, sul mare, alle spalle dell’attuale Fiera. Con la riorganizzazione della città nel 1886 è stato trasportato a Staglieno insieme ai Cimiteri Protestante e Ortodosso con i quali costituisce il nucleo della zona Policonfessionale.
Successivamente, a causa del sovraffollamento di questo primo spazio, è stato creato un “Nuovo Reparto Israelitico” più a monte nella Valle del Veilino sulle pendici della collina. Presenta caratteristiche simili con tombe ancora più semplici e un grande prato ancora libero da sepolture.
Il Cimitero ebraico è oggi gestito e curato dalla Comunità ebraica con il supporto di volontari.
Nel 1970 la città di Genova volle rendere omaggio alle vittime della Shoah con il “Monumento ai Caduti nei lager nazisti”, lastra bronzea dal carattere cupo ed espressionista del pittore e scultore genovese Nicola Neonato (Borzonasca 1912- Genova 2006). Il contiguo “Monumento agli internati militari caduti nei lager nazisti" ricorda con la medesima crudezza l’orrore e la violenza cui furono sottoposti i deportati.
“Genova a ricordo di chi nei campi nazisti morì per insegnarci a vivere”
Iniziative cittadine: PROGRAMMA
Galleria fotografica:
https://staglieno.comune.genova.it/it/content/giornata-della-memoria-2025-0
Per approfondire:
https://staglieno.comune.genova.it/it/content/cimitero-ebraico
https://storiedicimiteri.com/2024/07/06/cimitero-ebraico-di-genova-monumentale-di-staglieno/
https://www.loquis.com/it/loquis/1539671/Il+Cimitero+ebraico+di+Genova